L'oratorio di S.Giacinto fu edificato agli inizi del sec. XVII per
iniziativa della Compagnia del Santissimo Sacramento.
Per tutto il secolo e nei primi decenni del successivo si susseguirono lavori
di sistemazione e di abbellimento. Dell'assetto seicentesco dell'oratorio resta
la sola pala d'altare "Eucaristia e angeli adoranti" di Filippo Martelli, in
quanto nella seconda metà del XVIII sec. l'edificio fu completamente
rinnovato. Allo scultore carrarese Giuseppe Maria Castepoggi fu affidata l'esecuzione
di un nuovo altare, della balaustra e delle acquasantiere. Ciò che resta
dei dipinti murali della volta, delle pareti e della cantoria, realizzati da
Pietro Cavatorta, è stato recuperato grazie ai restauri del 1988: la
scena centrale con la Gloria della Vergine, parte dello sfondato architettonico,
medaglioni con scene bibliche, frammenti del Trionfo del SS.Sacramento nel catino
absidale, ovali e riquadri alle pareti laterali con episodi della Vita di Cristo,
putti musicanti e strumenti nella cantoria.
Alla fine del '700 l'oratorio passò alla Chiesa di S.Martino che lo utilizzò come battistero. All'interno si trovano due pregevoli fonti battesimali: uno esagonale a vasca del XIV sec., attribuito a Bonuccio Pardini di Pietrasanta, con formelle scolpite raffiguranti la Fede, la Speranza, la Fortezza, la Giustizia, la Carità, la Temperanza; uno a tabernacolo del XVI-XVII sec., di cui la vasca con fregio marino fu realizzata da Donato Benti (1509-1511), il fusto e la copertura a tempietto (1611-1612) da Orazio Bergamini, incaricato del completamento insieme a Fabrizio Pelliccia, e la statua del Redentore e la porticina bronzea (ora conservata nel tesoro del Duomo) da Felice Palma (1615).