(Pescara, ITA, 1921 – Pietrasanta, LU-ITA, 2008)
A
contatto con l’arte da sempre (il padre, lo zio, il nonno erano
pittori), interessato alla pittura fin dalla giovane età,
frequenta a Roma nel 1938 l’Accademia di Belle Arti. Collabora
con il fratello Andrea e a partire dagli anni ’50 si dedica a
quadri-scultura, orientandosi poi verso la pietra ed il marmo, con
cui realizza la gran parte delle sue opere.
Partecipa nel 1957 al
Concorso per il "Monumento di Auschwitz", con il fratello
Andrea e all'architetto Julio Lafuente; l'opera, una delle più
importanti dell’artista, vedrà la luce nel 1967.
Numerose sono le mostre personali, tra le quali: Galleria del
Naviglio, Milano (con il fratello, 1954); Galleria dell'Obelisco,
Roma (1962); Galleria del Milione, Milano (1962); Galleria Bonino,
New York (1965); Biennale di Venezia (sala personale, 1966 e
ambientazione, 1972); Galerie du Dragon e Musée d'Ixelles,
Parigi (1968); Musée d'Art Moderne, Parigi (1971); Galerie
Buchholz, Monaco di Baviera (1979); Magazzini del Sale, Siena (1984);
Venezia (2000); Camera dei Deputati, Roma (2000); Museo Piaggio,
Pontedera (2001); Palazzo Rocca, Chiavari (2002); Circolo Artistico,
Bologna (2003); IX Biennale de Il Cairo (sala personale, 2003).
Prende parte anche a molte mostre collettive in Italia e all'estero.
Si dedica soprattutto alla realizzazione di opere a carattere monumentale, tra cui si ricordano: anni '70 - "Arco della Pace", Tel Aviv (1972); "Omaggio all'Europa", Strasburgo; "Monumento a Giuseppe Mazzini", Milano (1974); "Sole e Luna", Riad; "Bella Ciao", Massa; anni '80 - "Cento Anni di Lavoro", stabilimento Barilla, Parma; "Nave", Città di Pescara; Piazza, Milano Tre; "Campo del Sole", Tuoro sul Trasimeno, ideato, tra gli altri, insieme a Cordelia von den Steinen e Mauro Berrettini (1985); anni '90 - "Volta Celeste" e altre sculture, Arcore (1993); "Agorà", Università di Chieti; "Monumento della Via Emilia", Parma; Porta della Sapienza, Pisa; "Ara del Sole", Ingurtosu (Sardegna); "Teatro della Germinazione", Parco Nazionale d'Abruzzo; e quindi, "fontana", Città di Chiavari (2000); fontana per la Baraclit, Casentino (1999); "fontana", Guastalla (2003).
E’ stato membro e presidente dell'Accademia Nazionale di San Luca di Roma ed ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti. E’ giunto in Versilia alla fine degli anni'50 per la realizzazione di alcune opere presso laboratori del territorio, continuando a collaborare sia con diversi studi di marmo che con numerose fonderie. Ha partecipato a varie mostre nell'area apuo-versiliese, tra cui: Galleria Comunale, Forte dei Marmi (personale, 1986);" Biennale di Carrara" (1967; 1969; 1998; 2000; e sala dedicata "ad memoriam", 2008); Piazza del Duomo e Chiesa di Sant'Agostino, Pietrasanta (personale, 2001), scenografia "Turandot", Festival Puccini, Torre del Lago (2003).
Dal 2001 fa parte del Parco Internazionale di Scultura Contemporanea di Pietrasanta l’opera Memoria di Pietrasanta, posta in piazza Matteotti. Sono presenti presso il Museo dei Bozzetti ‘Pierluigi Gherardi’ i bozzetti Piazzetta dell’esposizione a Pietrasanta, tuttotondo in gesso e legno del 1981; Progetto per una piazza, tuttotondo in travertino del 1985; Studio per il trasporto dei blocchi, tuttotondo in gesso del 2001
“… se la rivisitazione archeologica della civiltà mediterranea, area di scavo culturale in cui opera per richiamo ancestrale lo scultore abruzzese, che dell’acqua di questo mare si è dissetato e della salsedine se ne è intrisa l’anima, torna ogni volta a riemergere… e se le immagini che egli ne ricava osservando e aggredendo i blocchi di pietra che a quell’archeologia fanno riferimento perché sottratti alla protostoria di un territorio fitto di tracce e di indizi di quella civiltà che ci appartiene, la ragione di tutto questo c’è. Ed è che Cascella, a mio avviso, quando affronta l’impresa creatrice si identifica letteralmente con la pietra di cui sembra essere figlio egli stesso, partorito dalla roccia della “Maiella madre”. O dai picchi solenni del Gran Sasso. E mi pare anche questo il motivo ricorrente di un sogno che nasce dall’appennino abruzzese e continua altrove. Dovunque sia un lembo di pietra da scolpire, un sasso da sublimare in immagini che siano capitoli del suo sogno infinito.” (T. Paloscia, 2001)
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